“RIDE BEN CHI RIDE ULTIMO”

La commedia prende avvio da un documento storico ritrovato nell’Archivio di Stato di Vicenza, che tratta del risarcimento da parte delle contesse Monza agli eredi Bressan per le decime pagate negli anni alla nobile famiglia proprietaria della terra. Siamo verso la fine del 1700, il vento sta cambiando, in giro per l’Europa si comincia a parlare di rivoluzione e libertà. La lite tra le contesse Monza e gli eredi del notaio Bressan si sta protraendo da tempo: le nobildonne ritengono di avere diritto al pagamento della decima mentre per gli eredi Bressan si tratta di una iniqua gabella, pagata per troppo tempo, della quale pretendono la restituzione.

La storia è stata arricchita, con fantasia e umorismo, dagli eventi del quotidiano che coinvolgono le donne delle due fazioni.

C’è la contessa Isabella Monza che cerca di dirigere la famiglia, come meglio può. Ci sono le quattro figlie: Elena sempre con qualche magagna, Paola, amante delle tragedie greche, Cecilia di bell’aspetto e Lavinia che vive in mezzo alla nebbia.  Infine c’è Ortensia, sorella di Isabella, un po’ svagata e in cerca di marito.

Per i Bressan scende in campo l’agguerrita Anna, moglie di Giobattista che non si lascia intimidire dalle “nobili” contesse.

Fa da perno della vicenda la polastrara Palma, curiosa, arguta e pettegola quanto basta che gira per le case a vendere le uova fresche delle sue galline.

E per finire c’è una dama veneziana che…